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Aubrey Beardsley
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Aubrey Beardsley
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Autoritratto

Come scrisse Arthur Symons, Aubrey Beardsley (1872-1898) «aveva la fatale rapidità di quelli destinati a morire giovani» e lavorava con l’intensità e l’impazienza di chi sa di non avere il tempo di aspettare l’arrivo del successo. Infatti, a dispetto dei soli sette anni in cui si sviluppò la sua carriera artistica prima di morire di tubercolosi all’età di ventisei anni, Beardsley si guadagnò la reputazione di uno degli illustratori più noti e controversi del suo tempo. L’eleganza lineare dei suoi disegni a inchiostro nero – influenzati dal gusto delle xilografie giapponesi – unita al bizzarro senso dell’umorismo e al fascino per il grottesco e il proibito, incuriosirono e respinsero il pubblico vittoriano, segnando il passaggio visivo dal movimento dell’Estetismo allo stile moderno dell’Art Nouveau.

Nel 1894 Oscar Wilde gli commissionò le illustrazioni della sua edizione inglese di Salomè che fu un enorme successo, dovuto alla novità e alla originalità dei suoi disegni ma anche al personaggio di Beardsley: alto ed elegante, sofisticato e spiritoso, un vero dandy.

La sua grafica per cartelloni teatrali e pubblicitari contribuì a rivoluzionare la produzione di manifesti in Europa e in America. Nel 1895, l’editore Smithers fondò la rivista di arte e letteratura The Savoy, affidando a Beardsley la direzione artistica e a Symons quella letteraria. Nei successivi tre anni continuò a lavorare alle illustrazioni per diverse opere letterarie, ma le sue condizioni di salute si fecero sempre più precarie e lo costrinsero, nell’ultimo periodo della sua vita, a vagare in Europa da un luogo all’altro in cerca di climi favorevoli. Morì a Mentone, nel sud della Francia, il 16 marzo 1898.

 

As wrote Arthur Symons, Aubrey Beardsley (1872-1898) «had the fatal speed of those who are to die young» and worked with the intensity and eagerness of those who have no time to wait for success to arrive. Indeed, in spite of the mere seven years in which his artistic career developed before succumbing to tuberculosis at the age of almost twenty-six, Beardsley gained a reputation as one of the best-known and most controversial illustrators of his time. The linear elegance of his black ink drawings – influenced by a taste for Japanese woodcuts – combined with a bizarre sense of humour and a fascination with the grotesque and taboo, simultaneously intrigued and repelled his Victorian audience, marking the visual shift from the Aesthetic movement to the modern Art Nouveau style.

In 1894, Oscar Wilde chose him to illustrate his English edition of Salomè, which was a huge success, due to the novelty and originality of his drawings but also to Beardsley’s personality: tall and elegant, sophisticated and witty, a true dandy.

His graphics for theatre and advertising posters helped revolutionise poster production in Europe and America. In 1895, publisher Smithers founded the art and literature magazine The Savoy, entrusting Beardsley with the art direction and Symons with the literary one. Over the next three years, he continued to work on illustrations for various literary works, but his health became increasingly precarious and forced him, in the last period of his life, to wander Europe from place to place in search of favourable climates. He died in Menton, southern France, on 16 March 1898.

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